[ … ] Celebrare la Pasqua, per noi cristiani, significa ritornare alla sorgente della vita, ritornare all’origine e alla fonte della novità della vita. Non si tratta di tornare al passato, di tornare indietro, ma di andare in profondità, di esplorare le fondamenta, di ritrovare la freschezza di un inizio. Non stiamo parlando di un’idea o di un insieme di valori, ma di un dono, di un’esperienza viva, di un incontro decisivo. È quella possibilità, che non può esser ridotta a suggestione nel proclamare: Cristo è vivo e risorto. È stata anche l’esperienza di san Paolo, quando, uscito dall’incontro con Gesù vivo e risorto, ci ha invitati a cercare le cose di lassù, dove è Cristo, e a rivolgere il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra (cfr. Colossesi 3,1-2).
[ … ] La Pasqua, ci ricorda papa Francesco, è la festa della nostra speranza. Apriamoci alla speranza e mettiamoci in cammino. La memoria delle opere e delle parole di Gesù risorto e vivo, sia luce sfolgorante, che orienta i nostri passi nella fiducia, verso la Pasqua che non avrà fine.
VIA CRUCIS AL COLOSSEO
Le meditazioni per ridare dignità alle donne schiave
Chiamata a questo compito dal cardinale Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, suor Eugenia Bonetti, missionaria della Consolata, ha subito risposto sì anche per raccogliere al Colosseo, luogo di sofferenze del passato, i dolori di oggi di tante donne “senza volto, senza nome, senza speranza, trattate solo come usa e getta”.
Per suor Eugenia tutti siamo chiamati alla responsabilità perché ci sono “enormi guadagni sulla pelle dei poveri, tutti – afferma – ci mangiano tranne loro”. “Non è lecito distruggere la vita di queste persone”.
Nel suo racconto, suor Eugenia riporta storie dolorose …Ma tra i fili della disperazione c’è sempre spazio per la Resurrezione …