2023\ Oratorio della Madonna della Pescheria, alcune note

La devozione alla Madonna della Pescheria risale alla prima metà del ‘600.
Il permesso di costruire il primo oratorio di legno è stato concesso dal podestà di Caorle: era infatti antica consuetudine, diventata di-ritto (e rimasta in vigore fino a non molti anni fa) che il commer-cio del pesce a Portogruaro si svolgesse nella pescheria ad opera dei pescatori di Caorle. Così informa una nota affissa sulla porta del piccolo oratorio, che si fa risalire al 1627 e che fu fregiato e spogliato nel 1917, al tempo dell’invasione austriaca.
Fu restaurato e abbellito negli anni 1928-1929: le parti lignee lavo-rate e decorate sono state eseguite dal laboratorio di scultura di Antonio Mussner di Ortisei (Val Gardena).
Promotore di tale intervento fu il signor Bittolo Bon Giuseppe, organizzatore della festa della Pescheria che prevedeva, oltre l’a-spetto religioso, una “galleggiante” (zattera elegantemente addob-bata con illuminazioni alla veneziana) e una gara di barche allora ancora numerose qui a Portogruaro.
Da qualche decennio la Festa della Madonna della Pescheria è rinata grazie alle Pro Loco.

2023/ 190 ANNI DELLA DEDICAZIONE DEL DUOMO 1833-2023

Alcuni cenni storici
La primitiva chiesa di Sant’Andrea venne costruita certamente subito dopo il Mille, se la serie dei suoi pievani, di cui si ha noti-zia, incomincia nel 1191; nel 1569 fu ne-cessario restaurarla perché minacciava di crollare. Essa sorgeva al centro della città, cioè al posto dell’attuale, ma con il coro ad oriente e la facciata verso il ponte dei mulini.
In un certo tempo contava ben quindici altari, parte dei quali addossati a pilastri: furono ridotti a nove.
Promotore del nuovo duomo fu il vescovo Giuseppe Maria Bressa, che per riuscire nell’impresa fece abbattere tre altre chie-se. I lavori iniziarono il 4 agosto 1793, ma furono portati a ter-mine, a causa dei tempi difficili, solo nel 1833.
Il 4 agosto di quell’anno il vescovo Carlo Fontanini consacrò il Duomo. La festa dell’anniversario venne fissata, com’è scritto sopra il portone princi-pale, all’ultima domenica di luglio.
Scriveva Benedetto XV: “Il tempio di mattoni è simbolo della Chiesa viva, la comunità cristiana, che già gli Apostoli Pietro e Paolo, nelle loro lette-re, intendevano come “edificio spirituale”, costruito da Dio con le “pietre vive” che sono i cristiani, sopra l’unico fonda-mento che è Gesù Cristo, paragonato a sua volta alla “pietra angolare”.
“Fratelli, voi siete edificio di Dio”, scrive san Paolo e aggiunge: “santo è il tempio di Dio, che siete voi”. La bellezza e l’armonia delle chiese, destina-te a rendere lode a Dio, invita anche noi esseri umani, limitati e peccatori, a convertirci per formare un “cosmo”, una costruzione bene ordinata, in stretta comunione con Gesù, che è il vero Santo dei Santi. Ciò avviene in modo culminante nella liturgia eucaristica, in cui l’“ecclesia”, cioè la comu-nità dei battezzati, si ritrova unita per ascoltare la Parola di Dio e per nutrir-si del Corpo e Sangue di Cristo. Intorno a questa duplice mensa la Chiesa di pietre vive si edifica nella verità e nella carità e viene interiormente pla-smata dallo Spirito Santo trasformandosi in ciò che riceve, conformandosi sempre più al suo Signore Gesù Cristo. Essa stessa, se vive nell’unità sin-cera e fraterna, diventa così sacrificio spirituale gradito a Dio.
La festa odierna celebra un mistero sempre attuale: Dio vuole edificarsi nel mondo un tempio spirituale, una comunità che lo adori in spirito e verità”.