Roma, 8 Dicembre. Durante il tradizionale atto di venerazione alla statua dell’Immacolata in piazza di Spagna così il Papa ha pregato: “Madre Immacolata, … vengo ai tuoi piedi come Vescovo di Roma, a renderti omaggio a nome di tutti gli abitanti di questa città”.
“Vogliamo ringraziarti per la costante premura con cui accompagni il nostro cammino, il cammino delle famiglie, delle parrocchie, delle comunità religiose” … “il cammino di quanti ogni giorno, a volte con fatica, attraversano Roma per andare al lavoro; dei malati, degli anziani, dí tutti i poveri, di tante persone immigrate qui da terre di guerra e di fame. Grazie perché, appena rivolgiamo a te il pensiero o uno sguardo o un’Ave Maria fugace, sempre sentiamo la tua presenza materna, tenera e forte”. “O Madre, aiuta questa città a sviluppare gli ‘anticorpi contro alcuni virus dei nostri tempi” che corrompono la nostra società: “l’indifferenza, che dice: ‘Non mi riguarda la maleducazione civica che disprezza il bene comune; la paura del diverso e dello straniero; il conformismo travestito da trasgressione; l’ipocrisia di accusare gli altri, mentre si fanno le stesse cose; la rassegnazione al degrado ambientale ed etico; lo sfruttamento di tanti uomini e donne”. “Aiutaci a respingere questi e altri virus con gli anticorpi che vengono del Vangelo”. Francesco conclude con un invito: “Fa’ che prendiamo la buona abitudine di leggere ogni giorno un passo del Vangelo e, sul tuo esempio, di custodire nel cuore la Parola, perché, come un buon seme, porti frutto nella nostra vita”.
2017/ Dic Il Papa in Myanmar e in Bangladesh
Si è conclusa con una festa di giovani la visita del Papa in Myanmar. Francesco ha indicato ai ragazzi birmani la via del futuro: “… è bello e incoraggiante vedervi, perché ci recate un lieto annuncio di bene, il lieto annuncio della vostra gioventù, della vostra fede e del vostro entusiasmo. Vorrei che la gente sapesse che voi, giovani del Myanmar non avete paura di credere nel buon annuncio della misericordia di Dio, perché esso ha un nome e un volto: Gesù Cristo”.
Francesco si è presentato poi come «apostolo di pace» in Bangladesh, paese che vive la crisi dei Rohingya, la minoranza in fuga dal Myanmar, che affolla i campi profughi in aree già problematiche del Paese. Nell’incontro con un gruppo di appartenenti all’etnia il Santo Padre ha detto: “Vi chiedo perdono per l’indifferenza del mondo … vi sono vicino, la situazione è molto dura”. Per la Chiesa la visita di papa Francesco si pone nel segno della continuità dopo la tappa di Giovanni Paolo II (1986) e la breve sosta di Paolo VI all’aeroporto di Dacca (1970).