Chí è stato don Tonino Bello?
Un vescovo dalle scelte forti e coraggiose. Un prete, un parroco, un pastore scomodo. Monsignor Antonio Bello, per tutti “don Tonino” è stato un vescovo dalle scelte forti e coraggiose, ma profondamente innamorato di Gesù e della Chiesa. Sua l’espressione Chiesa del gtembiule, a testimoniare il dovere, la bellezza. di stare sempre dalla parte degli ultimi. Sempre sua la plastica immagine di convivialità delle differenze, definire lo stile del dialogo, fatto di ascolto e condivisione. Teologo e scrittore sensibilissimo, lo si ricorda anche per le bellissime pagine dedicate a Maria e per la forza con cui ha ribadíto più volte il proprio no alla guerra e alla corsa agli armamenti.
Dall’omelia del Papa
Ci sono due «elementi centrali» per la vita cristiana: «il Pane eucaristico e la Parola», Infatti Senza di Lui, Pane di vita, ogni sforzo nella hiesa è vano, come ricordava don Tonino Bel: “… Se manca l’amore da cui partono le ope, se manca la sorgente, se manca il punto di rtenza che è l’Eucaristia, ogni impegno pasto-
rale risulta solo una girandola di cose”»,
«Vivere per», ha ribadito papa Francesco, «è il contrassegno di chi mangia questo Pane». E’ il «”marchio di fabbrica” del cristiano». LI Don Tonino, ha ricordato il Pontefice, «tra voi è stato un Vescovo-servo, un Pastore fattosi popolo, che davanti al Tabernacolo imparava a farsi mangiare dalla gente». Don Tonino «sognava una Chiesa affamata di Gesù e intollerante ad ogni mondanità, una Chiesa che “sa scorgere il corpo di Cristo nei tabernacoli scomodi della miseria, della sofferenza, della solitudine”». Perché, diceva, «”l’Eucarestia non sopporta la sedentarietà” e senza alzarsi da tavola resta “un sacramento incompiuto”», Il «Pane di vita» è infatti anche «Pane di pace». […] La pace è «mangiare il pane insieme con gli altri, senza separarsi, […]», dove «l’altro è un volto da scoprire, da contemplare, da accarezzare». […]